domenica 20 febbraio 2022

Non credete a ciò che vi mostro

Un po' di tempo fa ho pubblicato un video in cui lancio un dado a 20 facce per 6 volte consecutive, prevedendo ogni volta il risultato del lancio.
Ora posso dirvelo: vi ho ingannato. Non è possibile prevedere il lancio di un dado.
Come ho fatto? Ora ve lo rivelo.
Anzi, ora vi spiego 5 modi in cui avrei potuto farlo. Questi stessi metodi sono tranquillamente applicabili a qualunque video/articolo/informazioni vi passi davanti.
Non vorrei mai che vi formaste un opinione su di una menzogna ;)

1-La Fake News
Io ti ho descritto un video, ma la verità è che ti sto mentendo: quel video non esiste!
Lo so che normalmente sono una persona affidabile. Magari ho pure vinto dei premi. Sono stato candidato al premio Nobel per la coerenza.
Ma questo non vuol dire che non possa cambiare. Che all'improvviso non decida di inventarmi le cose.
CONTROPROVA: il video esiste, e lo trovi a metà di questo articolo. Puoi guardarlo personalmente e scoprire che corrisponde esattamente descrizione che ti ho fatto.

2-Il Cherry Picking
Il video è tutto vero, ma per pubblicarlo ho dovuto girare un sacco di altri video in cui la previsione si rivelava sbagliata.
Ho circa 10 riprese in cui sbaglio l'ultima previsione.
100 in cui sbaglio la penultima, e così via.
Ho semplicemente scelto l'unico video che dimostrava quello che volevo comunicare, nascondendo tutti gli altri.
Non importa che la maggioranza delle riprese dimostra che NON è possibile prevedere il lancio di un dado. Se l'unica che pubblico dimostra che è possibile, è quello il messaggio che passa.
CONTROPROVA: per indovinare 6 lanci consecutivi, servono mediamente 1111110 tentativi. Se supponiamo 10 secondi di ripresa per ciascuno di essi, arriviamo a circa 3086 ore di tentativi. Ovvero 18 settimane (ininterrotte). Non è umanamente praticabile.

3-La decontestualizzazione
Il video è vero, ma l'audio viene da un altra ripresa. In questo modo "lancio un dado 6 volte di seguito" diventa qualcosa di più, semplicemente cambiando il contesto.
A volte bastano semplicemente dei sottotitoli per cambiare completamente il significato di quello che stiamo guardando.
CONTROPROVA: all'inizio del video l'audio segue perfettamente il labiale. Inoltre durante tutta la ripresa, sono udibili i suoni del dado che rotola e sbatte contro le superfici, perfettamente sincronizzato con la parte visiva.

4-Il montaggio
Ciascuno dei 6 lanci di dado è accaduto realmente. Ho scelto la ripresa in cui la previsione veniva indovinata, e poi ho incollato insieme i 6 video in modo che sembrassero lanci consecutivi.
Per ciascuno dei lanci, servono più o meno 10 tentativi.
Con 10 secondi a tentativo, in 10 minuti ho registrato tutto quello che mi serviva.
CONTROPROVA: il video è una ripresa continua sempre in movimento. Inoltre, viene illuminato dalla luce naturale che varia nel tempo in modo non controllabile. Per quanto possibile, è molto difficile nascondere dei tagli in queste condizioni senza che sia possibile riconoscerli.

5-La truffa
Il dado è un attore pagato per far uscire il numero richiesto. O per meglio dire, ho usato 6 diversi dadi truccati che fanno sempre lo stesso numero, scambiandoli tra un lancio e l'altro.
CONTROPROVA: i dadi a 6 facce sono relativamente facili da truccare. Quelli a 20 invece sono praticamente impossibili da modificare, in quanto la superficie di contatto a terra è molto ridotta. Inoltre tra il 5° e il 6° lancio la mano con il dado resta sempre visibile, quindi non è possibile fare uno scambio.


Concludendo:
per ciascuno dei 5 metodi descritti, vi ho anche dato una motivazione sul perchè sembra che questo video non l'abbia usata. Allora come ho fatto?
Semplice, ho usato un mix di queste tecniche.
Ho iniziato con 2, continuato con 3 e concluso con 4.
E non ci è voluto nemmeno molto, in un oretta di noia da quarantena ho fatto tutto.

Se in così poco tempo e con così poca motivazione sono riuscito a fare un video così credibile, prova ad immaginare cosa riesce a fare chi ha un obiettivo ben specifico.
O ha un ritorno economico.
Oppure sta provando a vendervi qualcosa.
O a dividere un popolo.
O a scatenare una guerra.

Mi prometti che la prossima volta che leggi/guardi qualcosa, provi ad usare un po' di senso critico prima di condividerla e/o crederci?
Che i video come questo sono innocui.
Ma altri che usano le stesse tecniche possono fare danni incalcolabili.

domenica 10 dicembre 2017

Che cosa ti piace?

Ogni tanto succede. Senza preavviso, mi viene rivolta una domanda.

"Che cosa ti piace?"

Di solito non me l'aspetto. Non sono pronto. Non credo lo sarò mai.
E' una domanda di quelle a cui non so rispondere.

Oddio, dipende dal contesto in cui viene rivolta.

Se posso rispondere:
"Sorprendimi."
ed è finita lì, va benissimo.

Ma sono davvero poche situazioni in cui è una risposta valida.
Che cosa mi piace?
Non è che mi piace tutto. O non mi piace niente.
Ho dei gusti.
Anzi, sono persino abbastanza schizzinoso.
Ci metto davvero poco per decidere che "mi fa schifo" o che "non è niente di che".

E' che non riesco mai a trovare delle caratteristiche (o delle feature, se vogliamo parlare di machine learning) che accomunino le cose che mi piacciono.
Non trovo un pattern.

Certo, potrei farti degli esempi.
Potrei citarti un elenco di videogiochi/quadri/statue/giochi/libri/film/serietv/canzoni/fumetti/bevande/alimenti che mi piacciono.
No, donne no.
Non perchè non mi piacciano, ma perchè sono persone, non cose.

Un elenco di esempi, dicevo.
Uno per ogni categoria.
Potrei anche provare a riassumere il PERCHE' tale cosa mi piaccia.
Che non è facile.
E' un po' come spiegare il colore rosso ad un non vedente.

Può aiutare?
Lo troviamo un pattern in questo modo?

Cominciamo:

Videogioco

Portal - Valve
L'idea di poter creare portali, e utilizzarli in modo creativo per potersi muovere e risolvere enigmi è geniale. Enigmi mai banali, che ti costringono a pensare in modi in cui non avevi mai fatto prima. Inoltre, nonostante non ci siano esseri umani, tutti i personaggi hanno molto più spessore di tantissime altre opere. GlaDoS in primis.

Quadro

If graffiti changed anything, it would be illegal - Banksy
Ok, non è proprio un quadro nel senso classico del termine, ma è come se lo fosse. Poi in realtà sono sicuro che ne ha fatta una stampa, che è appesa come quadro da qualche parte. La frase è geniale. Spinge a pensare al come la correlazione "effetto - causa" non sempre sia corretta. Ed è stato fatto (ovviamente) illegalmente si di un muro in inghilterra, mi pare.

Statua

 Mirrors on Mirrors - Alicja Kwade
 
Quello di prima non era un quadro, questa non  è proprio una statua. Un installazion, un insieme di oggetti atti a creare un illusione. L'ho vista alla biennale di quest'anno e mi ha veramente colpito. Una pietra che sembra mutare sotto i nostri occhi, man mano che ci muoviamo. Il tutto grazie ad un sistema davvero geniale di specchi posizionati ad arte. La comprensione non è immediata, ma una volta capito come funzionava sono stato a camminare a caso per ore, guardando oggetti trasformarsi come il video qui sopra.

Gioco

Carte da Poker
Quadri, Cuori, Fiori picche. Dieci numeri. Tre figure. Cinquantadue carte diversi.
Nella loro semplicità, hanno delle caratteristiche che le rendono veramente un idea geniale.
Personalmente, più che giocare a poker mi piace utilizzarle per fare piccoli giochi di prestigio. Ma i modi per utilizzarli sono praticamente infiniti.
Mentre le combinazioni in cui possono essere ordinate no.
Sono "solo" 80658175170943878571660636856403766975289505440883277824000000000000.
In pratica, se ogni essere umano sulla terra (siamo circa 7 miliardi) avesse mescolato un mazzo di carte una volta al secondo da quando sono state inventate (circa 1377), la probabilità l'ordinamento delle carte sia stato ripetuto più di una volta è meno delle 0.001%.
In pratica, se avete in mano un mazzo di carte, probabilmente avete qualcosa di unico.

Libro

La caffettiera del masochista - Donald Norman
Avete presente quando provate a spingere una porta che dovete tirare? Ecco, magari non è colpa vostra. Questo libro riesce a farvi guardare gli oggetti del mondo che vi circonda in un ottica completamente diversa. E lo fa con esempi geniali, in cui effettivamente sembra che la progettazione sia ostile all'intuito umano. Il bello è che da una parte impari come progettare oggetti/applicazioni in modo corretto e user-friendly, dall'altro impari più o meno come funziona il cervello umano. O il tuo cervello, quando interagisci con qualcosa.

Film

Memento - Christopher Nolan
Il modo in cui viene raccontata la trama è geniale. All'inizio sembra tutto poco sensato, ma man mano che si procede ci si rende conto di come funziona. Non lineare, ma coerente. Fino al finale, che ti costringe a ripensare a tutto quello che hai visto in un ottica nuova. Che rimette a posto tutti i tasselli del puzzle che hai composto man mano che guardavi il film.

Serie Tv

Black Mirror
Ok, me la sto un po' rischiando a citare una serie Tv che non è ancora finita. Per giunta composta da episodi autocontenuti senza correlazioni. Fatti da registi diversi. Ma alcuni episodi sono veramente geniali. Terribilmente angoscianti. Sarà che sono un gran fan della distopia pessimista, ma adoro vedere come sviluppano concetti immaginando un futuro nel modo più pessimista possibile.

Canzone

L'estetica - Uochi Toki
Qui è difficile. Ne ho proprio presa una dal mucchio. I testi degli Uochi Toki sono sempre piuttosto geniali, e in questa canzone in particolare si parla più o meno di quello che sto cercando io. Da cosa dipendono i gusti? La cosa stupenda, è che ascolto dopo ascolto cogli nuove sfumature che ti erano sfuggite in precedenza. Al primo ascolto ti bombarda di informazioni, e magari non riesci ad afferrarle tutte. Ma ci sono concetti e ragionamenti veramente molto interessanti.

Fumetto

Cocco Bill - Jacovitti
Rotture inaspettate della quarta parete. Gag surreali. Pagine che potresti guardare per ore scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo. Jacovitti era veramente geniale, specialmente per l'epoca. Il modo in cui scriveva era molto interessante. In pratica, non aveva mai uno schema di dove voleva andare a parare, quindi finchè non gli veniva in mente la tavola successiva, aggiungeva dettagli alla pagina corrente. Per questo motivo ci sono tavole che sono veramente dense di personaggi, gag. E non dimentichiamo i famosi e distintivi salami.

Bevanda

Ginger Beer 
E' una birra, ma non è alcolica. Puoi far finta di essere un vero uomo, bevendo una cosa che in Australia danno ai ragazzini. Geniale. La cosa divertente è che c'è scritto "rovesciare prima di aprire". Considerato che è prodotta dall'altra parte del mondo, la cosa fa quasi ridere.
Vabbeh, a me è piaciuta un sacco. Lo so che sulle bevande potevo impegnarmi un po' di più.


Alimento

U'Picciriddu - Cam'affare

Pizza con salamino piccante e acciughe. L'accoppiata salatissimo + piccantissimo è geniale. E funziona. L'ho assaggiata per caso mentre ordinavo da asporto e mi è piaciuta veramente un sacco. Non è nemmeno troppo insana, a differenza delle altre cose che mi piacciono.



That's it.
Fine della lista.
Poi ovvio, dipende sempre dal contesto.
Ci sono momenti in cui voglio vedere qualcosa di meno cervellotico. O ascoltare qualcosa di più energico. O bere qualcosa di un po' più impegnativo.
Senza contare che ho preso un esempio di cosa che mi piace, a caso, per ogni categoria. Mica "IL MIGLIORE" o il più strano.
A caso.
Solo quello che mi veniva in mente durante la stesura di questo testo.
Il che, bisogna ricordarlo, serviva più che altro a capire cosa rispondere alla domanda "Che cosa ti piace?"
A cercare un pattern.
E' diventato un viaggio alla scoperta del mio gusto attuale. A 28 anni suonati.
Il problema è che è impossibile osservare qualcosa senza influenzarlo.
E quindi.. Ora che ci penso..
In effetti tutti gli elementi di questa lista hanno qualcosa in comune.
Te n'eri accorto?
Mi sa che l'ho fatto un po' apposta.
Che ho usato una keyword ricorrente in ogni descrizione.
Perchè è quello che mi piace.
Quando qualcosa ti fa rivalutare quello che hai appena visto/sentito/letto/assaggiato.
Ti ci fa ragionare sopra. Ti accende il cervello.
Non bisogna limitarsi alla semplificazione necessaria ad una prima comprensione, che poi da provvisoria diventa definitiva.
Bisogna andare a fondo.
E a me piace andare a fondo. (ambiguo?)
Intendo dire che mi piace capire cosa ci sta dietro.
E cosa sta dietro a quello che è stato  progettato prima della realizzazione.


A te no?
Io dico di sì.
Come lo so?
Beh, sei arrivato in fondo a questo wall of text.
Geniale.
 

sabato 22 luglio 2017

Quasi tutto vero. Tranne per chi non ci crede.

[Attenzione, il racconto che segue non è stato verificato, anche se in molti dicono che sia tutto vero. Sconsiglio la lettura alle persone sensibili.]

Non so perchè i telegiornali non ne abbiano parlato, ma qualche tempo fa è successo qualcosa di veramente orribile.
Paesi arabi, zona di guerra.
Non molto lontano dalla striscia di gaza.
Il famoso generale dell'ISIS Abel Safàt e il suo gruppo di mercenari stavano transitando per una piccola cittadina di civili.
Era il primo pomeriggio, e con lui c'era anche suo figlio, اليسيو.
Nonostante la relativamente giovane età, il figlio era già completamente sprovvisto di capelli.
La città che stavano attraversando non era zona di guerra, i suoi abitanti erano solo civili. Vista l'ora, in giro c'erano perlopiù bambini, tra gli 8 e 12 anni.
Questi bambini, vedendo probabilmente per la prima volta un giovane privo di capigliatura, hanno iniziato a gridare: "أصلع ، مقشر!", che si può tradurre approssimativamente con "Pelato!"
Evidentemente al calvo in questione la burla non è piaciuta.
Gli è bastato un semplice "لعن باسم الرب!" per ordinare a due robuste mercenarie che stavano nelle retrovie, di andare a "prendersi cura" dei bambini in questione.
Per prendersi cura, intendo dire che le due "اورسا" (così si chiamano le donne che vanno in guerra), hanno letteralmente fatto a pezzi quei bambini. A mani nude. Senza pietà.
Ne hanno uccisi 42.
Quatantadue.
In nome di chissà quale religione.
Per una semplice burla. Quarantadue bambini fatti a pezzi.

Come si fa a seguire in culto così spregevole? Com'è possibile che non se ne sia parlato per niente?

Fonte: http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_P8R.HTM [24]

venerdì 23 giugno 2017

Consapevolezza

Sono le 19.15.
Esco dalla piscina, mi accingo a recuperare la bici e tornare a casa dopo un faticoso venerdì.
In lontananza, gridano. Urla. Insulti.
In fondo alla discesa, una moto a terra e una macchina. Fermi, in mezzo alla strada.
Due persone si spintonano, si urlano addosso, sono arrabbiati. Bloccano il traffico, ma per loro è come se non esistesse.
Tizio A era in macchina, la sua faccia è sporca di sangue.
Forse un pugno. Di tizio B, motociclista. La moto è a terra ma il casco è in mano, come un arma.
Tizio A insulta B, B risponde e provoca. Si spintonano, agitano le braccia. E' ovvio che sta per finire male.
Preparo i pop-corn mentali e mi appresto a godermi lo spettacolo.
In prima fila, se quel poco che conosco di psicologia comportamentale è ancora vero.
Scendo la discesa, mi piazzo in mezzo. Tra A e B. Con noncuranza.
Tizio A mi supera di una ventina di centimetri, può ancora vedere B. Può ancora insultarlo
Ma non toccarlo.
Non senza colpire quel tizio con la barba di sessanta chili scarsi venuto dal nulla.
Guardo un punto a caso nel vuoto. Penso a cosa preparmi per cena. Arrosticini?
Tizio B inizia a realizzare.
Non è una discussione, è uno sfogo. Non ci sarà torto o ragione, solo feriti.
Tizio A l'ha già capito. Ma ormai è partito con "Tira via la tua moto di merda!", non può smettere ora.
Così lo ripete. Dodici volte. Sempre meno convinto. Poi smette, sale in macchina e se ne va.
Tizio B mi chiede scusa, mi ringrazia, tira su la moto e va via anche lui.
"Sì, mi farò gli arrosticini, deciso." - penso, mentre torno su per la salita.
Prendo la bici, e torno a casa.

Ho passato le ultime settimane a chiedermi come mai non mi faccio gli affari miei. Perchè mi addosso problemi che non mi riguardano. Chi me lo fa fare. Che problemi ho. Dove sbaglio.
Da oggi lo so.

lunedì 8 agosto 2016

Quando devo pagare con il bancomat

Quando devo pagare con il bancomat, seguo una routine ben definita. Non l'ho decisa a priori, non è sempre stata così. Si è evoluta con gli anni, pagamento dopo pagamento.
Seguirla non mi chiede nessuno sforzo mentale, è tutto talmente radicato che lo eseguo come gesto automatico. Del tipo che se sto facendo un discorso complicato con qualcuno, posso continuare a dialogare senza bisogno di interromperlo.
Come prima cosa estraggo la tessera dal portafogli. La tessera è posizionata in mezzo ad altre due tessere con chip RFID, che fungono da mascheramento bidirezionale in caso qualcuno provi ad approfittarsi della teconologia contactless.
Successivamente introduco il bancomat direttamente nel pertugio al quale è destinato. Quando questo non è possibile, la porgo al commesso avendo cura di non perderla di vista per nemmeno un millisecondo mentre compie il suo viaggio verso la destinazione. I bancomat si assomigliano tutti, e non vorrei che qualcuno lo scambiasse e ne approfittasse per farne un clone.
A questo punto è il momento di inserire il PIN. Se possibile, mi posiziono di fronte al tastierino numerico in modo da ostruire la visuale da telecamere o persone situate dietro di me, altrimenti digito la combinazione con le falangi piegate (è più difficile dirlo che farlo) in modo da fare ostruzione con la mano stessa.
Al termine della digitazione, mentre il sistema sta verificando che l'inserimento sia corretto, appoggio le nocche sull'interno tastierino, in modo da uniformare le tracce di calore/sudore su tutti i numeri. Per evitare che il prossimo cliente usi una telecamera a rilevazione di calore e sia in grado di ricostruire la sequenza.
A fine pagamento estraggo la tessera (o me la faccio porgere, vedi sopra) e la ripongo da dove è venuta.

Mi dai del paranoico? Pensi che siano tutte attenzioni inutili?
Seguirle o non seguirle non mi costa niente, E' tutto automatico. Better safe than sorry.



Un pomeriggio sono andato a prelevare, c'era una signora davanti a me.
Teneva il bancomat in una mano, e un foglietto con scritto 24174 nell'altra. Entrambe le mani bene in vista. Prova ad inserire il bancomat nel pertugio dello scontrino.
Non funziona. Riprova. Niente. Lo gira (a testa in giù). Niente.
Mi intenerisco: "Serve una mano? Provi a metterlo in quella fessura illuminata di verde lampeggiante con scritto BANCOMAT QUI"
Il bancomat è ancora capovolto, non funziona. "Provi a girarlo." Gli fa fare un 180° intorno all'asse Z, niente. Me lo porge. "No, lo giri nell'altro modo", disegno cerchi nell'aria con l'indice, non voglio toccarlo. Capisce. La macchina finalmente lo prende.
In fase di loading, inizia a mettere il PIN: "due.. quattro.. uno.. sette.. quattro". Metti che non sapessi leggere...
"No, non deve inserirlo adesso. Dovrà metterlo dopo aver scelto l'operazione che vuole fare"
Clicca preleva, il monitor chiede il PIN, "due, quattro, uno, sette, quattro!" Metti che prima non avessi sentito..
Prende i soldi, ritira il bancomat, e si allontana. Con le mani bene in vista.

Sono ancora paranoico?

domenica 4 maggio 2014

Tesoro, qua.

Squorto è un personaggio completamente inventato.
Come tutti i personaggi completamente inventati, vive in un mondo di fantasia, Ae, con regole e situazioni molto lontane da quello reale.
Nella terra di Ae infatti trovare lavoro è molto difficile, per questo quando ha scoperto che l'Aquo Store sta cercando personale, si è messo subito all'opera.
In questo strano e bizzarro mondo, quando qualcuno cerca personale viene indetto un concorso. Le capacità dei candidati vengono misurate in base alle competenze richieste, e i più meritevoli vengono scelti da una votazione ad alzata di mano.
L'Aquo Store da generazioni vende liquidi pregiati, per questo un bravo commesso deve essere in grado di contare rapidamente e nel modo più preciso possibile, le gocce versate nell'ampolla dei clienti. Per questo motivo il nostro Squorto ha iniziato ad allenarsi contando le cose più disparate. Di giorno si reca ai cantieri pubblici e conta quante persone anziane si fermano a guardare i lavori in corso. Di notte conta le Tasoroque (delle specie di pecore).
Un brutto giorno però, Squorto viene a sapere che anche Teo partecipa al concorso. Teo ha molti problemi, ma di sicuro non a contare le cose. Quando piove, Teo sa sempre quante gocce hanno colpito il suo ombrello. Quando va alle manifestazioni, corregge sia la stima dell'affluenza sia degli organizzatori che quella della questura. Insomma Teo è perfetto per questo tipo di lavoro.
Fortunatamente l'Aquo Store cerca due dipendenti, e quindi il nostro Squorto può sempre sperare in un onorevole secondo posto.
Arriva il giorno del concorso, i candidati sono tantissimi ma Squorto è molto fiducioso. E' sicuro che il suo allenamento avrebbe dato i suoi frutti.
Ogni candidato viene messo davanti a dieci ampolle che si riempiono a velocità diverse. Poi improvvisamente i rubinetti vengono chiusi e ai candidati viene chiesto di approvare o respingere ogni singola ampolla, in base alla quantità di liquido che contiene.
Teo, come previsto, non sbaglia un colpo. Ma fortunatamente il nostro Squorto se la cava altrettanto bene, indovinando 9 bottiglie su 10. Nessun altro candidato riesce a esser preciso quanto loro due, e quindi si sente già la vittoria in tasca.
Arriva la votazione per alzata di mano. Grazie al suo allenamento, riesce a contare ad occhio i voti di ogni candidato, e quindi costruirsi una piccola graduatoria mentale in base all'ordine dei voti ricevuti. OVviamente in testa a tutti c'è Teo, ma Squorto si rende conto di essere arrivato secondo! Il posto è suo. L'allenamento era servito, e finalmente aveva un lavoro!
Ecco che li chiamano per firmare il contratto.. - "Teo, venga in ufficio." - Prima Teo, ovviamente.. In fondo se l'era davvero meritato. - "Quorosa, anche lei." - Gelo.
Secondo i suoi calcoli, Quorosa era almeno in quarta posizioni in termini di votazioni. Come ha fatto a superarlo?

Quorosa è stata raccomandata? Nah, è un mondo di fantasia. Qui queste cose non succedono.
Razzism? E invece no. il nostro Squorto era bianco, proprio come tutti.
Precedenti penali? Quelli sarebbero stati un problema (Ae è un mondo di fantasia..), ma la fedina penale di Squorto è immacolata, come tutti i candidati.
Numero di cromosomi inferiore o superiore alla media? Nah, ma ci stiamo avvicinando al problema.
La forma dei cromosomi era il problema.

Sia Squorto che Teo ne avevano uno a forma di Y.
Quorosa no. Nessuna Y.
Ecco perchè alla fine hanno assunto Teo e Quorosa.

venerdì 1 novembre 2013

Ferrara, Stazione di Ferrara - 01/09/13

E' l'una meno venti.
Scendo dal mio treno, a Ferrara.
Il treno è bellissimo, sembra una moderna metropolitana.
Ed è in anticipo, di 6 minuti.
La babele di culture che ci viagga all'interno è confusa, iniziano a svegliarsi a vicenda sorpresi dall'insolito orario anticipato.
Scendo,
entro nel sottopassaggio,
scavalco la consueta pozzanghera d'urina,
risalgo ed entro nell'atrio della stazione.
Quattro barboni sono lì ad accogliermi.
Non nel senso che stessero aspettando me, e per barboni non intendo "persone con la barba lunga, ma non quanto la mia", intendo persone armate di sacco a pelo senza fissa dimora pronte a passare distesi lì per terra la notte.
Uno di loro fuma, al chiuso, nel luogo dove avrebbe passato il resto della nottata.
Mi piacerebbe sapere cosa li ha ridotti così, cosa hanno passato, ma è tardi e devo andare a letto.
Li scavalco con noncuranza ed esco dalla stazione.
Ad aspettarmi c'è un gruppetto di giovani dell'est su mountainbike.
Uno di loro mi guarda con un'espressione che è un misto fra "fuori dalla mia zona" e "vuoi una bici talmente nuova che è ancora sporca di vernice? 30 euro".
Anche in questo caso li oltrepasso con disinteresse e giro l'angolo.
Proprio mentre sto pensando che dovrei farmi insegnare quell'espressione così ricca di significati, quasi inciampo.
Un cimitero di lattine, almeno 6, di birra "ignorante", la Finkbrau.
In barba al divieto di non bere alcolici nella zona stazione.
Poco più avanti un altro gruppo di ragazzi dell'est.
Non saprei dire se sono della stessa nazionalità del primo gruppo, se sono concorrenti o collaboratori, ma stavolta l'espressione è molto più da "fuori dalla nostra zona".
Imperterrito, con la mia faccia da "passante che passa", passo oltre e mi addentro nel parcheggio di biciclette.
Faccio il consueto slalom tra un lucchetto rotto e qualche pezzo di catena,
mi incastro col relitto di bicicletta senza ruota anteriore e pedali che è saldamente legato accanto alla mia, e apro la mia catena.
Inforco la bicicletta e mi avvio verso casa.
Neanche fatti 10 metri mi imbatto in 3 prostitute.
Di quelle brutte, grasse. Che se fossero maiali sarebbero appesi ad un gancio in fondo al magazzino perchè nessun macellaio le vorrebbe trasformare in salsiccie.
Mi guardano con interesse (in fondo ho un bellissimo portapacchi) ma anche in questo caso passo oltre.
Qualcuno da una panchina mi chiede qualcosa in una lingua che non ho riconosciuto, fingo di non sentire e attraverso il semaforo che mi forta finalmente fuori dalla zona stazione.
Degrado.
Probabilmente la cosa doveva darmi fastidio, ma non mi ha suscitato nessuna emozione.
Ho oltrepassato la zona con noncuranza.
Ma poi ho pensato:
"E se avessi qualche anno in meno? O molti di più? Sarei stato ugualmente tranquillo? No." 

Se non altro il treno era in anticipo