E' l'una meno venti.
Scendo dal mio treno, a Ferrara.
Il treno è bellissimo, sembra una moderna metropolitana.
Ed è in
anticipo, di 6 minuti.
La babele di culture che ci viagga all'interno è
confusa, iniziano a svegliarsi a vicenda sorpresi dall'insolito orario
anticipato.
Scendo,
entro nel sottopassaggio,
scavalco la consueta
pozzanghera d'urina,
risalgo ed entro nell'atrio della stazione.
Quattro
barboni sono lì ad accogliermi.
Non nel senso che stessero aspettando
me, e per barboni non intendo "persone con la barba lunga, ma non quanto
la mia", intendo persone armate di sacco a pelo senza fissa dimora
pronte a passare distesi lì per terra la notte.
Uno di loro fuma, al
chiuso, nel luogo dove avrebbe passato il resto della nottata.
Mi
piacerebbe sapere cosa li ha ridotti così, cosa hanno passato, ma è
tardi e devo andare a letto.
Li scavalco con noncuranza ed esco dalla
stazione.
Ad aspettarmi c'è un gruppetto di giovani dell'est su
mountainbike.
Uno di loro mi guarda con un'espressione che è un misto fra
"fuori dalla mia zona" e "vuoi una bici talmente nuova che è ancora
sporca di vernice? 30 euro".
Anche in questo caso li oltrepasso con
disinteresse e giro l'angolo.
Proprio mentre sto pensando che dovrei
farmi insegnare quell'espressione così ricca di significati, quasi
inciampo.
Un cimitero di lattine, almeno 6, di birra "ignorante", la
Finkbrau.
In barba al divieto di non bere alcolici nella zona stazione.
Poco più avanti un altro gruppo di ragazzi dell'est.
Non saprei dire se
sono della stessa nazionalità del primo gruppo, se sono concorrenti o
collaboratori, ma stavolta l'espressione è molto più da "fuori dalla
nostra zona".
Imperterrito, con la mia faccia da "passante che passa",
passo oltre e mi addentro nel parcheggio di biciclette.
Faccio il consueto slalom
tra un lucchetto rotto e qualche pezzo di catena,
mi incastro col
relitto di bicicletta senza ruota anteriore e pedali che è saldamente
legato accanto alla mia, e apro la mia catena.
Inforco la bicicletta e
mi avvio verso casa.
Neanche fatti 10 metri mi imbatto in 3 prostitute.
Di quelle brutte, grasse. Che se fossero maiali sarebbero appesi ad un
gancio in fondo al magazzino perchè nessun macellaio le vorrebbe
trasformare in salsiccie.
Mi guardano con interesse (in fondo ho un
bellissimo portapacchi) ma anche in questo caso passo oltre.
Qualcuno da
una panchina mi chiede qualcosa in una lingua che non ho riconosciuto,
fingo di non sentire e attraverso il semaforo che mi forta finalmente
fuori dalla zona stazione.
Degrado.
Probabilmente la cosa doveva darmi fastidio, ma non mi ha suscitato
nessuna emozione.
Ho oltrepassato la zona con noncuranza.
Ma poi ho pensato:
"E se avessi qualche anno in meno? O molti di più?
Sarei stato ugualmente tranquillo? No."
Se non altro il treno era in anticipo